Stargazer: il cosmo che sorride al tuo polso4 min read

Ci sono orologi che non semplicemente mostrano l’ora, ma che raccontano storie di stelle, equazioni, mappe celesti. Lo Stargazer di Konstantin Chaykin è uno di quelli: un esemplare che ti fa alzare lo sguardo, non solo controllare il polso. È il capolavoro che il maestro russo ha scelto per celebrare i vent’anni della sua manifattura, mescolando ingegneria, fantascienza, antropomorfismo, poesia meccanica.

Foto by konstantinchaykin.com

Fin dal primo sguardo, capisci che non si tratta di un orologio come tanti. Il movimento, interamente fatto in casa, è il calibro K.22-1, con 664 componenti, manuale. È un mosaico complesso, con 17 complicazioni totali, 11 delle quali astrali. Le due facce del quadrante, entrambe antropomorfe nello stile delle sue “Wristmons”, sono pensate non per confondere ma per stupire. C’è il lato “Dark Side”, placcato in ruthenio, con le sopracciglia che mostrano la durata del giorno e della notte, il naso che indica l’equazione del tempo, il terzo occhio che è una mappa delle stelle del cielo notturno. Poi c’è il lato “Light Side”, col rhodium, il volto più luminoso: occhi che mostrano la luna, un indicatore dell’attività solare, e persino un tourbillon che sembra una bocca aperta in un’espressione di meraviglia.

Foto by konstantinchaykin.com

Un dettaglio che spicca: il design reversibile. Il case è costruito su due lati, con anse mobili a forma di “H” che permettono di indossarlo con il lato che preferisci rivolto verso l’esterno. Il cinturino è pre-formato, anch’esso reversibile, e la fibbia studiata per assecondare questa doppia identità. Materiale scelto: acciaio “Bulat”, un acciaio speciale che Chaykin usa solo per le sue creazioni più esclusive — non il solito acciaio, ma una lega che porta dentro sapore di storia e uso, qualcosa che resiste, riflette, trasmette densità.

E le complicazioni astronomiche? Amico, qui si fa sul serio: indicazione della lunghezza del giorno e della notte; la mappa celeste (planisfero) del cielo boreale; l’equazione del tempo; fasi lunari continue e discrete su due scale; indicatori per l’alba e il tramonto con rispettivi azimut — invenzioni che spesso non hanno precedenti. Ci sono anche funzioni che scandiscono il tempo siderale, e ogni elemento è pensato per essere leggibile, non solo decorativo.

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È un orologio che canta sul confine tra serietà tecnica e personaggio: il suo volto/“faccia” antropomorfa non è mera eccentricità, ma il richiamo al fatto che gli orologi sono sì strumenti, ma possono essere anche specchi d’anima. E quando guardi il Dark Side che dorme nella penombra, o il Light Side che si illumina come un alba, senti che il tempo non è solo un passaggio, ma un’osservazione continua, una meraviglia.

Naturalmente, non è tutto perfetto per tutti. È grande, impegnativo per i tempi di produzione, costosissimo (un pezzo unico per Only Watch, ma pensato come manifesto di ciò che si può fare, limite tecnico e artistico). E la complessità a volte rende l’esperienza adatta a chi è già innamorato dell’astronomia orologiera, non per chi cerca un segnatempo “easy”. Ma è proprio per chi cerca uno sguardo al cielo che lo Stargazer diventa faro — non uno specchio, ma una finestra.

In definitiva, il Stargazer non lo indossi solo: lo osservi, lo esplori, lo consideri. È un racconto meccanico che non smette di girare, e in ogni complicazione c’è la firma di Chaykin: invenzione, eccentricità, anima. E a noi di Horotix, quel cosmo al polso ci ha fatto battere il cuore.

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