Quando l’icona diventa leggenda
Ci sono orologi che nascono per segnare il tempo e altri che lo definiscono. Il nuovo Audemars Piguet Royal Oak “Jumbo” Extra-Thin Selfwinding Flying Tourbillon Chronograph RD#5 “150th Anniversary” appartiene alla seconda categoria. Non è un orologio, è una dichiarazione d’intenti: il modo in cui una Maison di Le Brassus celebra un secolo e mezzo di audacia, tecnica e visione, con l’eleganza di chi non ha più bisogno di dimostrare nulla, ma continua comunque a stupire.

Il nome, lunghissimo, sembra quasi uno scherzo di marketing. Eppure ogni parola è importante, perché racconta la densità di ciò che c’è dentro. “Jumbo” richiama il mito del 1972, quando Gérald Genta disegnò un orologio che avrebbe cambiato per sempre il concetto di lusso sportivo. “Extra-Thin” è la promessa mantenuta di una linea snella, sofisticata, dove nulla è superfluo. “Flying Tourbillon Chronograph” unisce due complicazioni che raramente convivono in modo così armonico, e “150th Anniversary” suggella la storia di una delle più raffinate manifatture indipendenti della Vallée de Joux.
La cassa da 39 millimetri è un inno alla proporzione perfetta. Realizzata in titanio per leggerezza e comfort, trova nella lunetta in Bulk Metallic Glass (una lega amorfa estremamente resistente) un dettaglio tecnico e poetico al tempo stesso. La superficie cattura la luce in modo imprevedibile, restituendo riflessi che sembrano liquidi, quasi ipnotici. È come se il metallo stesso fosse vivo, e raccontasse il passaggio del tempo in modo diverso a ogni sguardo.

Il quadrante è un’altra meraviglia. L’inconfondibile motivo Petite Tapisserie si tinge di un blu notte profondo — il celebre “Bleu Nuit, Nuage 50” — che si muove tra sfumature sottili, ora calde, ora fredde, a seconda della luce. Al centro del suo equilibrio perfetto convivono il tourbillon volante a ore 6 e i due contatori del cronografo, simmetrici e bilanciati. È un’estetica che non cerca di sorprendere a tutti i costi, ma lo fa comunque, con una sicurezza che nasce da decenni di perfezionamento.
Sotto il quadrante batte il nuovo calibro di manifattura 8100, un movimento automatico che fonde in modo magistrale l’arte orologiera tradizionale e la ricerca più estrema. Il cronografo è fly-back, pronto a ripartire istantaneamente, mentre il tourbillon gira con la grazia silenziosa di chi conosce la propria importanza ma non ha bisogno di ostentarla. Ogni componente è finito a mano, lucidato, decorato, inciso. È il lato invisibile del lusso, quello che pochi vedono, ma che fa la differenza.

Indossarlo è un’esperienza che va oltre la semplice sensazione fisica. Il bracciale, sempre in titanio, segue la curva del polso con naturalezza, come se fosse stato modellato per chi lo porta. Il peso è calibrato, la vestibilità impeccabile, il comfort totale. Non è un orologio che si limita a mostrarsi: è un compagno silenzioso, una presenza che comunica solo a chi sa ascoltare.
Eppure, come sempre, un pizzico di spirito critico è doveroso. Audemars Piguet ha saputo mantenere proporzioni e leggerezza, ma questa volta la complessità meccanica e il prezzo — oltre i duecentosessantamila franchi svizzeri — rendono il Royal Oak RD#5 un sogno per pochissimi. E forse è giusto così. Ci sono oggetti che non devono essere democratici: devono semplicemente esistere, per ricordarci fino a dove può arrivare l’orologeria quando la creatività incontra la tecnica pura.
Questo Royal Oak “Jumbo” Extra-Thin RD#5 non è solo il simbolo dei 150 anni della Maison, è una riflessione sulla sua filosofia. In un mondo in cui molti si affannano a inseguire la novità, Audemars Piguet continua a lavorare su un’idea: che la vera innovazione non è cambiare tutto, ma perfezionare ciò che è già perfetto. E questo segnatempo, con la sua eleganza tagliente e il suo cuore complicato, è la dimostrazione più bella di questa verità.


















