Roger Dubuis “Orbis in Machina” Central Monotourbillon: quando il tourbillon diventa il centro del mondo4 min read

Ci sono orologi che non si limitano a misurare il tempo, ma ce lo rispecchiano. Il nuovo Roger Dubuis Excalibur Orbis in Machina Central Monotourbillon è uno di quelli. È una dichiarazione estetica che fonde suprema audacia tecnica e una forte tensione visiva, come se chi lo indossasse portasse il cuore di una grande fabbrica di ingranaggi esposti sul polso.

Orbis in Machina non è solo un nome altisonante: “Orbis” parla della rotazione, dei cerchi concentrici, dei nuclei che girano al centro; “Machina” omaggia la macchina, il calibro RD115, fatto di pezzi ben visibili, scheletrato, ma con una geometria che tace solo per lasciare spazio al movimento. È un creare contrasti: tradizione versus innovazione, trasparenza meccanica e leggibilità, lo scheletro e la decorazione più preziosa.

Foto by rogerdubuis.com

Specifiche che testimoniano l’elevata orologeria

La cassa è imponente, da 45 mm di diametro per 14,41 mm di spessore, in oro rosa 18k o in versioni boutique (esiste anche variante in titanio nei DBEX1157) secondo le versioni disponibili. Il design Excalibur è presente in ogni dettaglio: lunetta zigrinata, anse triple, corona protetta, linee decise che costruiscono un orologio che non passa inosservato. L’impermeabilità dichiarata è fino a 10 bar (100 metri) per la versione in oro, mentre per quella in titanio è ridotta a 5 bar (50 metri) in alcune referenze.

Al quadrante, la meraviglia: il tourbillon volante centrale, monotourbillon, non solo come complicazione meccanica rara, ma come fulcro visivo. Intorno ad esso ruotano dischi concentrici che indicano ore, minuti e secondi, ciascuno su livelli differenti, con indici applicati in oro rosa, finitura satinata-grigia, segmenti satinati, inserti luminescenti, mani scheletrate. È una composizione architettonica, quasi architettonica di un edificio meccanico in miniatura.

Il movimento è il calibro in-casa RD115, a carica manuale, con ben 283 componenti, 29 rubini, frequenza di 21.600 alternanze/ora (3 Hz) e riserva di carica di 72 ore. Finito con la certificazione Poinçon de Genève, ogni ponte e ogni superficie visibile è trattata con tecniche tradizionali: anglage, perlatura, Côtes de Genève, satinature, specchiature. Il fondello trasparente non è un semplice dettaglio: è una finestra sull’artigianato più elevato.

Foto by rogerdubuis.com

Immagine e sensazioni

Indossarlo è esperienza: 45 mm non è misura piccola, ma Roger Dubuis gioca tanto sulla presenza. L’uso di materiali alternati, dettagli della lunetta, dimensione della corona, le anse aggressive — tutto concorre a dare un impatto visivo forte ma mai gratuito. È un orologio che dichiara “sono arte meccanica” prima ancora che tu legga l’ora.

La disposizione dei dischi concentrici crea profondità, quasi un effetto torre al centro che “sospende” il tempo. Le superfici che contrastano — satinato vs lucido, oro rosa vs grigio metallizzato — sono come pennellate, come se ogni contrasto visivo fosse pensato per colpire l’occhio, ma senza tradire la funzione.

Foto by rogerdubuis.com

Anche il cinturino e la chiusura contribuiscono a questa narrativa: cinturino in vitello con Quick Release System, fibbia pieghevole tripla in oro rosa (o titanio/nella versione titanio), finiture curate ancora su queste parti. Quando muovi il polso, qualcosa di meccanico si mostra: un riflesso, un movimento della gabbia del tourbillon, la luce che gioca sui dischi. È un orologio che richiede attenzione, che ricompensa lo sguardo.

Criticità e percezione

Naturalmente niente di tutto questo è perfetto per tutti. Il prezzo è molto elevato (oltre €200.000 escluse tasse), e il modello è limitato (88 pezzi per la versione in oro rosa) e boutique exclusives. Non è un segnatempo per chi cerca discrezione: è piuttosto per chi vuole esibire puro status tecnico, per chi apprezza orologeria estrema visiva.

Anche la leggibilità potrebbe non essere immediata per alcuni — le mani sui dischi, la centralità del tourbillon, la disposizione dischi/indici richiede interpretazione. Inoltre il peso al polso, l’ingombro di 14,41 mm, lo rende meno adatto a polsi molto piccoli o a chi ama orologi sottili sotto i gemelli.

Conclusione: arte meccanica e show al polso

Il Roger Dubuis Excalibur Orbis in Machina Central Monotourbillon è una di quelle rarità che ti costringono a guardare il tempo in modo diverso. È un oggetto che unisce audacia visiva, artigianato d’eccellenza, complicazione rara e una narrativa forte: il centro del tourbillon, i dischi che orbitano, le finiture che parlano di antica tradizione. Un orologio che non cerca compromessi.

Se ami l’orologeria non solo come strumento, ma come spettacolo continuo, se vuoi davvero che ogni sguardo al polso sia un piccolo shock di bellezza meccanica, questo è uno di quei pezzi che vale la pena contemplare, valutare, sognare. Roger Dubuis ribadisce con Orbis in Machina che la haute horlogerie non ha ancora finito di sorprenderci.

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