Un orologio che incassa 25 carati di rubini ed eterna innovazione
Immagina un segnatempo che, prima ancora di suonare l’ora, incasta l’essenza del tempo in rubini. È ciò che François‑Paul Journe ha realizzato con questo gioiello: 93 rubini baguette incastonati lungo la carrure di un imponente cassa in platino da 44 mm, per un peso lordo di 86 carati, netto di 25: un’impresa senza precedenti nel panorama dell’alta orologeria. Ogni pietra è certificata RJC, tracciabile fino alla fonte, secondo rigidi standard etici.
Il cuore di questa emozione è il calibro 1519, movimento a carica manuale con tourbillon verticale, remontoir d’égalité e secondi morti. Una formula raffinata, profonda come la filosofia di Journe stesso: precisare il tempo in ogni posizione, sia quando l’orologio è al polso sia quando riposa, grazie alla torre verticale e alla resistenza all’attrito costante.

Il tourbillon compie una rivoluzione ogni trenta secondi, e la gabbia si staglia in un cilindro di luce lucidato a specchio, come fosse sospesa tra cristallo e platino. Vista frontale e retro, un rifugio di perfezione meccanica illuminata.
La platina principale, in oro rosa 4N, è guilloché “Clous de Paris”, trattata nero e lasciata a vista: è il quadrante vero di un orologio senza dial convenzionale. Le lancette azzurrate e il piccolo contatore smaltato costituiscono il manifesto estetico vivente delle idee di Journe: visione, pulizia e sostanza.
In sole due versioni – platino o oro rosso 6N – è un orologio che si dimostra voluminoso ma equilibrato: 13,76 mm di spessore, un’inclinazione formale meno rassicurante delle versioni precedenti, ma necessaria per contenere il tourbillon verticale e garantire la sua efficacia tecnica.

E se l’approccio meccanico è rigoroso, la sua espressione estetica è un atto di sfida elegante. I rubini non solo decorano: scelti e incassati senza compromessi, riflettono la luce e la potenza dell’orologio stesso. I contrasti tra il nero, il rosso e il platino creano un unico vibrante gioco cromatico che celebra una femminilità forte e una mascolinità sofisticata lontane da ogni banalità.
F.P. Journe non ha cercato di seguire una tendenza. Ha preso la propria storia e l’ha spinta oltre: da giovane orologiaio che costruiva tourbillon da tasca a maestro che fonda un marchio con la filosofia Invenit et Fecit (“inventò e fece”) e oggi reinventa la verticalità tecnologica del tempo edifica ancora la meraviglia.

Con una riserva di carica di 80 ore, calibro rifinito a mano con 230 componenti, 32 rubini e una estetica che trascende ogni classificazione, questo Tourbillon Souverain Vertical Joaillerie Rubis è molto più di un oggetto: è un’istantanea dell’arte del tempo evoluta, un testamento di coraggio creativo che si misura con il passato e sa guardare al futuro.
In un mondo dove l’eccezionale rischia spesso di confondersi con l’eccesso, il Tourbillon Souverain Vertical Joaillerie Rubis si eleva come un tempio alla misura, al genio e all’autenticità. Non è solo un orologio: è una dichiarazione di indipendenza estetica e meccanica, una lettera d’amore incastonata tra rubini e ponti lucenti.
François-Paul Journe non ha bisogno di proclami, né di effetti speciali. La sua è una maestria che si percepisce nel silenzio di ogni rotazione, nella gravità vinta da un tourbillon verticale che sfida le convenzioni, nella bellezza scolpita a mano che non teme paragoni. Questo orologio è la prova tangibile che, nel cuore di Ginevra, vive ancora un maestro — capace di trasformare ogni secondo in arte.
Chapeau, Monsieur Journe. Il tempo, nelle sue mani, non passa. Si sublima.
